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Work culture influencers: quando il lavoro diventa un trend

 

La work culture, in italiano la cultura del lavoro, è un tema sempre più rilevante negli ultimi anni tanto da aver dato il via a un fenomeno che potremmo definire di “Influencer del lavoro”.

Sono diversi i content creator che parlano della work culture e più in generale di tutto ciò che ruota attorno al mondo del lavoro: colloqui, CV, gestire il rapporto con colleghi e manager e più in generale che raccontano le loro esperienze o raccolgono esperienze di altri da commentare sui loro profili.

Un trend che sta spopolando su Tik Tok dove l’hashtag #workculture ha raggiunto 137.1M di visualizzazioni e in cui i temi caldi sono le #redflags e in generale la work culture tossica che dilaga un po’ ovunque. Dinamiche negative che vengono riprese con toni ironici (6.7B di visualizzazioni per #workhumor e 211.2M di visualizzazioni per #workhumour) o analizzate da esperti di risorse umane o management, spesso incentrati sui comportamenti scorretti dei propri colleghi o superiori, i famosi #badboss (552.4M visualizzazioni, o #badbosses con 294.6M views).

Oltre a condividere esperienze e raccogliere il favore di tantissimi utenti che si riconoscono nei racconti, i nuovi influencer del lavoro sono stati anche tra i primi a creare contenuti su fenomeni quali il quiet quitting e a sviluppare filoni paralleli sul benessere personale, il giusto work life balance e più in generale a denunciare comportamenti scorretti che incidono sul benessere dei lavoratori. Atteggiamenti fuori mercato rispetto all’evoluzione che il lavoro ha fatto in questi anni, basta pensare allo smart working o al crescente numero di nomadi digitali. Dinamiche purtroppo consolidate nella cultura del lavoro di molte aziende e che spesso i dipendenti hanno timore di contrastare o che non riescono nemmeno a riconoscere.

Quali sono i fattori che influenzano maggiormente la work culture?

Tra i fattori principali che influenzano la work culture sicuramente ci sono quelli culturali legati al paese in cui si vive. Questi influenzano i rapporti tra colleghi, i rapporti con i clienti e in generale l’atteggiamento che si ha verso l’azienda o che l’azienda ha verso i propri lavoratori. 

Le relazioni con i colleghi, nello specifico con i propri superiori, sono uno dei punti critici. Manager che non gestiscono al meglio le risorse, che non le sanno valorizzare o che giustificati da una politica aziendale volta al risultato ad ogni costo vanno oltre ogni limite. Ore di lavoro aggiuntive pretese senza preavviso, senza compenso e senza il giusto riconoscimento. Chiamate alle dieci di sera, nel weekend o durante permessi e ferie. Richieste a cui è obbligatorio rispondere si perché: “eh, ma funziona così qui”.

Poca flessibilità oraria, mancanza di smart working o regole che lo rendono quasi impossibile. Regole scritte o non. Sono molti i casi in cui lo smartworking, nonostante abbia dimostrato di essere una validissima alternativa, viene visto come una vacanza pagata e negata. Richieste di uscire dieci minuti prima dall’ufficio (o all’orario prestabilito dal proprio contratto) derise dai colleghi o usate come merce di scambio per recuperare intere ore di lavoro a seguire.

Processi di assunzione e crescita poco chiari, lenti e spesso delegati “all’internazionale” per giustificare le richieste respinte. Promozioni insignificanti rispetto all’apporto che si da all’azienda o che non arrivano mai spronando il lavoratore a fare di più perché sta tutto nel “potere del team” e siamo “una grande famiglia”.

In generale una cultura secondo cui bisogna vivere per il lavoro e in cui si possono ottenere grandi risultati solo facendo tantissima fatica e infiniti sacrifici. La crescita professionale è correlata all’impegno e alle esperienze, ma questi devono essere giustamente ricompensati. Non si tratta solo di termini economici, ma anche di ottenere i giusti riconoscimenti. 

Se non li avete ancora intercettati ecco una lista di account e creator che parlano di work culture e lavoro. Da chi da suggerimenti su come presentare un CV a chi crea siparietti per parlare di red flags e abitudini negative:

Secondo te quali sono gli aspetti fondamentali per una corretta work culture?

Foto di Marvin Meyer

Sibila Vogli Valentina Gennari